India, la più grande democrazia del mondo, è stata governata per 15 anni, e con pugno di ferro, da un primo ministro donna, Indira Gandhi. Ancora oggi la nuora di Indira, l’italiana Sonia Gandhi, è di gran lunga la persona più potente ed influente del paese.
I pellegrinaggi, le grandi fiere attraggono uomini e donne di tutte le classi sociali e sono stati uno strumento fondamentale per l’integrazione etnica e culturale dell’India.
La nuova classe media è affascinata dalla grande distribuzione, ma la strada rappresenta il luogo del mercato per centinaia di milioni di indiani che ogni giorno ne affollano i bancali.
Le scheduled tribes, popolazioni riconosciute dalla costituzione indiana, continuano a mantenere tratti culturali fortemente distinti da quelli della maggioranza della popolazione indiana.
La seconda economia con il più alto tasso di crescita al mondo, l’India mantiene nell’agricoltura la spina dorsale del proprio sistema economico.
Due direttrici opposte trainano il futuro del paese: se, da un lato, in virtù di una tradizione politica particolarmente protezionista, il governo sovvenziona significativamente il settore agricolo, dall’altro, l’urbanizzazione e lo sviluppo dei compartimenti secondario e terziario stanno invece lentamente cambiando il volto dell’economia del paese.
Tra gli oggetti di uso quotidiano, la ruota ha assunto nel mondo indiano un significato simbolico particolarmente profondo: essa rappresenta il ciclo delle rinascite, l’eterno alternarsi di vita e di morte da cui gli induisti, ma anche i buddisti e i jainisti, cercano di liberarsi.
Queste alcune testimonianze della complessità dell’India, ma qualcosa sta cambiando con il nuovo corso politico di Narendra Modi.
Stefano De Napoli