La farnia (detta comunemente anche quercia) è la specie di quercia più diffusa in Europa: dal Portogallo fino al Medio Oriente e agli Urali, alle isole britanniche e alla costa sud e ovest della penisola scandinava. In Italia è presente prevalentemente al centro nord, è assente in Sicilia e Sardegna.
Cresce comunemente in boschi, nelle aree europee continentali, sino ad un’altitudine di 800–1000 metri.
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È pianta a foglia caduca, a crescita lenta (salvo nella fase giovanile, in cui cresce abbastanza rapidamente) e assai longeva (parecchi secoli: si conoscono addirittura esemplari millenari).
Si distingue dalla roverella e da altre specie di quercia principalmente per i seguenti caratteri:
- il picciolo delle foglie è quasi assente;
- Il gambo a cui sono attaccate le ghiande è lungo;
- le ghiande presentano, da fresche, delle striature longitudinali scure;
- le fessure della corteccia in età adulta sono più scure e profonde.
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Famiglia: Fagaceae
Caratteristiche: È un albero di notevoli dimensioni (fino a 30-50 metri di altezza), con tronco dritto, rami robusti e contorti, chioma ampia, densa, a forma di cupola irregolare.
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Foglie: alterne, quasi prive di picciolo o con picciolo molto breve, di forma obovata con margini lobati e due orecchiette alla base.
Fiori: La farnia è specie monoica, con fiori di entrambi i sessi presenti sulla medesima pianta. I fiori maschili sono amenti (infiorescenze a grappolo) penduli, di colore giallognolo; i fiori femminili, insignificanti, sono singoli o a gruppi di tre, su un lungo peduncolo. La fioritura avviene in aprile – maggio, contemporaneamente all’emissione delle foglie.
Frutti: sono ghiande lunghe fino a 4 cm.,di forma ovoidale, parzialmente ricoperte da una cupola con squame poco pronunciate. Crescono singolarmente o a gruppi (fino 4 ghiande) su lunghi peduncoli.
Delle ghiande sono assai golosi scoiattoli e uccelli (la ghiandaia) che contribuiscono così alla diffusione dei semi della specie.
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Corteccia: nelle piante adulte è di colore bruno, spessa, fessurata da profonde solcature longitudinali.
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Utilizzi
La farnia viene coltivata per il rimboschimento nonché per produrre il pregiato legname che, per le sue caratteristiche di durezza, facile lavorabilità e durevolezza, viene utilizzato per realizzare pavimenti, mobili, botti per l’invecchiamento di vini e liquori e, in passato, anche nella costruzione di navi.
La farnia è utilizzata anche come pianta ornamentale in parchi e giardini.
Si presta inoltre alla micorizzazione con il tartufo bianco e quindi ad essere impiegata come pianta simbionte per esperimenti di creazione – su suoli idonei – di boschi tartufigeni.
Simbologia – Arte – Letteratura
La quercia ha una rilevante valenza simbolica e religiosa. Essa è l’emblema della forza. Nell’antica Grecia era sacra a Zeus, padre degli dei. Anche per i Romani era sacra a Giove.
Quanto ai Celti, Plinio nella sua Naturalis Historia racconta che i sacerdoti druidi per le cerimonie sceglievano i boschi di querce e non celebravano nessun sacrificio senza quell’albero.
Così anche per gli Ebrei: nella Bibbia la quercia è citata più volte ed è albero che sempre indica la sacralità di un luogo.
Nel Medioevo, a causa del suo legno che non marciva, divenne simbolo di immortalità.
Pertanto si diffuse l’iconografia della Madonna della Quercia; inoltre, la pianta è spesso raffigurata accanto ai Santi.
Nel 1518 Raffaello, con l’aiuto di Giulio Romano, dipinse la Sacra Famiglia sotto la quercia.
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Si ritiene che Lorenzo Lotto abbia dipinto la Madonna col Bambino tra i santi Caterina d’Alessandria e Giacomo circa dieci anni dopo (1527): la scena si svolge in un bellissimo paesaggio assolato, dominato da una robusta quercia.
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La quercia ricorre anche, spesso, nelle immagini dei poeti:
da Virgilio:
Se puoi fermati, riposati all’ombra.
Qui verranno pei prati ad abbeverarsi i giovenchi,
qui il Mincio costeggia di tenere canne le rive,
e dalla sacra quercia si sentono ronzare gli sciami
…
(Bucoliche, VII, 10-13)
a Federico Garcia Lorca:
Alla tua casta ombra, quercia vecchia,
voglio scandagliare la fonte della mia vita
e togliere dal fango della mia ombra
i lirici smeraldi.
Butto le reti nell’acqua torbida
e le ritiro vuote.
In fondo al fango tenebroso
stanno le mie gemme!
Nascondi nel mio cuore i tuoi rami santi!
o solitaria quercia,
e lascia nella mia anima
i tuoi secreti e la tua calma passione!
…
( “Quercia”, 1919)
Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):
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