Il Sanguinello (detto anche Sanguinella o Corniolo sanguinello) è pianta rustica, in grado di adattarsi a condizioni climatiche anche molto diverse tra loro. Presente in Italia anche allo stato selvatico, vegeta dalla pianura ai 1000 metri.

Deve il suo nome al colore sanguigno del succo contenuto nei frutti e al colore rosso delle foglie in autunno. Inoltre anche i polloni flessibili emessi dal fusto, inizialmente verdi, diventano rossi in piena luce.

Sanguinello

Famiglia: Cornaceae

Origine: Europa e Asia Minore.

Caratteristiche: È un arbusto cespuglioso, caducifoglio, formato da una serie di fusti eretti, poco ramificati, estremamente flessibili. Può raggiungere l’altezza massima di circa 4 metri. Ha una spiccata attitudine a emettere polloni basali, quindi, se non controllato, diviene infestante. Fiorisce da maggio a giugno (con fioritura abbondante e prolungata) ed è fruttifero da agosto a settembre. All’arrivo dei primi freddi perde totalmente il fogliame, entrando in riposo vegetativo.

Foglie: opposte, ovali, possono raggiungere una lunghezza di dieci centimetri e hanno una nervatura ricurva verso l’apice. In autunno il fogliame diventa di colore rosso acceso, particolarmente decorativo.

Fiori: ermafroditi, bianchi e profumati, raggruppati in piccole infiorescenze rotonde, poste all’apice dei rami più giovani. 

Frutti: sono piccole drupe sferiche, della dimensione di circa un pisello, che con la piena maturazione (tra settembre e ottobre) diventano nere-bluastre e contengono una polpa dal colore sanguigno. I frutti sono graditi dagli uccelli ma non sono commestibili per l’uomo, in quanto hanno sapore sgradevole ed effetto fortemente lassativo. All’interno, la drupa contiene un nocciolo, che a sua volta custodisce due semi.

i frutti

Corteccia: Dapprima liscia, diventa rugosa con l’età. I rami giovani sono verdi e pubescenti, poi virano al porpora o al rosso-bruno e da adulti al marrone. La corteccia dei fusti più ispessiti è grigia, fittamente fessurata sia in senso trasversale che longitudinale. Il legno del Corniolo sanguinello è duro: perciò è stato largamente usato per costruire utensili da lavoro.

la corteccia

Utilizzi

Il Sanguinello è utilizzato per interventi di recupero ambientale e rinverdimento, specialmente dove la vegetazione è mancante: la sua rapida crescita, la rusticità, la scarsa necessità di manutenzione, l’abbondante fioritura, i colori autunnali fanno sì che sia apprezzato a tale scopo, per coprire luoghi impervi e formare fitte siepi. Per gli stessi motivi è largamente impiegato a scopo ornamentale in giardini e parchi cittadini.

Inoltre è pianta mellifera: essendo ricco di polline e di nettare, è molto ricercato dalle api ed entra nella produzione del miele millefiori primaverile.

In passato le drupe venivano utilizzate per le qualità tintorie, la corteccia trovava impiego in erboristeria per le sue proprietà medicinali e dai semi si ricavava un olio usato nella lavorazione dei saponi e per far ardere le lucerne.

I polloni ed i giovani rami flessibili di questo arbusto vengono intrecciati a formare cesti e panieri.

cesti realizzati col sanguinello

Storia – Miti – Letteratura

Gli antichi romani chiamavano il Sanguinello “Cornus femina”, per contrapporlo al Corniolo “Cornus mas” (mas = maschio) volendo con ciò alludere al fatto che la prima pianta aveva un legno meno duro della seconda.

Nel III Libro dell’Eneide Virgilio narra la storia di Polidoro: durante la guerra di Troia il re Priamo, per proteggere il figlio minore Polidoro, lo aveva mandato presso il re   Polimestore, in Tracia, insieme ad un sacco pieno d’oro.

Dopo la caduta di Troia, Enea e i suoi compagni – fuggiti dalla madrepatria in fiamme – approdano sulle coste della Tracia. Qui, desiderando sacrificare un toro agli dei, innalzano un altare e cercano del fogliame per ricoprirlo:

C’era lì accanto un’altura e sulla cima cornioli,

e un cespuglio di mirto, irte bacchette affollate.”

(Eneide, III, 22-23, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti)

Quando Enea cerca di strapparne dei rami, questi iniziano a sanguinare, mentre dal cespuglio esce una voce che implora Enea di non fargli del male: quell’arbusto è, in realtà, Polidoro, ucciso da Polimestore per bramosia dell’oro.

Polidoro racconta di essere stato trafitto da una pioggia di dardi che lo avevano inchiodato al terreno e poi, germogliando, lo avevano trasformato in pianta.

Nel ‘600 si riteneva che la corteccia ed i semi del Corniolo Sanguinello venissero usati dagli stregoni per riti magici e preparare pozioni velenose.

Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):

In Piemonte è molto diffuso in pianura, sui rilievi collinari interni, nella fascia basale delle Alpi e dell’Appennino e anche nella parte media delle valli.

Popolamenti significativi