L’acero campestre (o oppio) è un bell’albero autoctono, facilmente adattabile alle più differenti condizioni del suolo e del clima, ampiamente diffuso in gran parte dell’Europa.

In Italia cresce spontaneamente in quasi tutte le regioni, salvo l’Italia meridionale; molto comune nei boschi.

Il nome generico deriva dal latino “acer” (appuntito, duro), forse in riferimento alla qualità del legno, che era usato per la fabbricazione di lance.

acero campestre

Famiglia: Aceracee

Origine: Europa centrale.

Caratteristiche: È un albero caducifoglio di medie dimensioni (può raggiungere i 15-20 metri di altezza come massimo), con tronco ramificato e chioma densa e rotondeggiante. Nei casi in cui il tronco si ramifica in basso la pianta assume un portamento arbustivo.

È una pianta a crescita lenta, con una longevità superiore ai 100 anni ma che raramente va oltre i 140 anni, interessante dal punto di vista ornamentale: infatti in autunno assume una colorazione del fogliame tendente al giallo con sfumature rossastre.

Foglie:  semplici, palmate, larghe circa 5–8 cm, di colore verde brillante sulla pagina superiore e più chiare inferiormente, hanno normalmente 5 lobi; il lobo mediano e anche i laterali possono a loro volta essere leggermente lobati.

Fiori:  Piccoli, di colore giallo-verdognolo, riuniti in infiorescenze a corimbo; spuntano in aprile-maggio contemporaneamente alle foglie

Frutti:   I frutti sono delle disamare alate, opposte con apertura di circa180 gradi: il che ne  favorisce la dispersione col vento.

Corteccia:   La corteccia, giallastra negli esemplari giovani, diventa poi bruno-grigia, con profonde fessurazioni longitudinali.

Utilizzi

Essendo pianta di modeste dimensioni e resistente alla potatura, si presta alla formazione di dense siepi ed in passato è stata utilizzata come tutore vivo per la vite (onde, pare, il nome “campestre”)

Attualmente trova impiego nella ricostituzione di boschi misti in pianura e collina e come pianta ornamentale, molto indicata nell’arredo urbano anche a contrasto dell’inquinamento, essendo dotata di grande capacità di assorbimento dell’anidride carbonica.

Il suo legno, duro ma facile da lavorare, viene utilizzato nella fabbricazione dei violini (il primo ad impiegarlo pare sia stato Antonio Stradivari) e, in passato,  nella fabbricazione di attrezzi agricoli, quali i gioghi per i buoi. E’ anche un ottimo combustibile.

Le foglie vengono utilizzate come foraggio.

L’acero è una pianta mellifera, che attira molte api.

Miti, Simbologia, Letteratura

Antiche credenze popolari conferivano all’acero proprietà magiche contro le streghe e la sfortuna.

Nella mitologia greca l’acero era l’albero di Fobos, il dio della paura, figlio di Ares (dio della guerra).

Nella cultura celtica era simbolo di  indipendenza di pensiero e ricerca di nuove esperienze.

La caratteristica ornamentale della colorazione delle foglie, vistosa soprattutto in autunno, trova un’eco nella poesia di Emily Dickinson:

L’estate è finita

Sono più miti le mattine

e più scure diventano le noci

e le bacche hanno un viso più rotondo.

La rosa non è più nella città.

L’acero indossa una sciarpa più gaia.

La campagna una gonna scarlatta,

Ed anch’io, per non essere antiquata,

mi metterò un gioiello.

Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):

Popolamenti significativi

È presente nella maggior parte dei boschi planiziali e

collinari, sempre però con esemplari isolati, spesso dominati

o a piccoli gruppi. Si segnalano: il Parco delle

Lame del Sesia (VC e NO), il Bosco delle Sorti della

Partecipanza di Trino (VC), La Mandria (TO), le Colline del Po (TO e AL), il Parco di Racconigi (CN).

popolamenti significativi