Il tiglio è un albero longevo.

In Italia esistono, allo stato spontaneo, solo due specie di tigli, ossia il tiglio nostrano (Tilia platyphyllos) e il tiglio cordato (Tilia cordata Miller), detto anche tiglio selvatico. Entrambi sono anche piante autoctone del Piemonte, ove vegetano principalmente sulle Alpi.

Le due specie si distinguono principalmente – oltre ad altri elementi caratterizzanti – per la grandezza delle foglie (decisamente maggiore nel tiglio  nostrano, come indicato anche dal nome scientifico) e dei frutti (anch’essi più piccoli e molto più fragili nel tiglio cordato, mentre quelli del tiglio nostrano sono resistenti e con 5 costole pronunciate)  e perché i giovani rametti del tiglio cordato sono lisci e glabri, mentre quelli del tiglio nostrano sono pubescenti, ossia coperti da una sottile peluria.

Tilia cordata Miller
Tilia platyphyllos

Fotografie tratte dal Sistema informativo sulla flora delle Alpi Carniche Meridionali (http://dryades.units.it/ampezzosauris)

Accanto alle specie pure esistono, poi, molti ibridi.

Il tiglio Greenspire, presente in questo piccolo bosco didattico, è una varietà del Tilia cordata Miller, caratterizzata da maggiore velocità di crescita, tronco diritto e chioma regolare compatta di forma ovale. Presenta foglie più piccole rispetto alla specie, fioritura abbondante.

Si adatta a suoli poveri e compatti, sopporta bene la siccità. È spesso preferito  per viali in città, in quanto molto resistente all’inquinamento urbano.

Famiglia:  Malvaceae

Origine: Europa centrale

Caratteristiche: Il tiglio cordato è un albero caducifoglio, alto fino a 25 metri, con fusto eretto e rami arcuati verso il basso, che conferiscono alla chioma una caratteristica forma ad ogiva. La varietà Greenspire è albero di media taglia (raggiunge i 15 metri).

Il nome generico (Tilia) deriva dal greco “ptilon” (ala), in riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da ala, portata dal vento per favorire la disseminazione; quello specifico (cordata) significa ‘cuoriforme’ e si riferisce alla forma delle foglie.

foglie e brattea alata del peduncolo fruttifero

Foglie: piccole (5-8 cm), semplici, alterne, cuoriformi, seghettate al margine, di colore verde brillante sulla pagina superiore, chiaro sulla pagina inferiore, ove presentano ciuffetti di peluria aranciata alla biforcazione delle nervature. In autunno diventano gialle.

le foglie

Fiori: molto profumati, piccoli, bianco-giallognoli, riuniti in infiorescenze a corimbo portate da una caratteristica brattea.

Frutti: piccole noci di circa 5-6 mm, con pericarpo legnoso, fragile, tomentoso.

Corteccia: liscia e di colore grigio, con l’età diventa screpolata e si fessura in senso longitudinale.

la corteccia

Utilizzi

Si tratta di un albero utilizzato a scopo ornamentale negli spazi verdi urbani, sia come esemplare isolato sia in gruppi sia insieme ad altre specie.

Si presta, misto a querce, ai rimboschimenti.

Il tiglio è pianta mellifera: i suoi fiori, ricchi di nettare, forniscono un ottimo miele.

È, inoltre, pianta simbionte del tartufo, sia nero che bianco.

In erboristeria foglie e fiori del tiglio vengono utilizzati in tisane dalle proprietà emollienti e sedative per alleviare raffreddamento, tosse e stati d’ansia.

Il legno, tenero e facilmente lavorabile, è però poco resistente. Viene utilizzato per l’intaglio e la realizzazione di manufatti di ebanisteria.

Come legna da ardere non è apprezzato, poiché brucia rapidamente e produce poca brace. Se ne può ricavare, invece, carboncino da disegno.

Mito – Letteratura – Arte

Il tiglio può vivere fino a 1000 anni e fin dai tempi antichi è uno degli alberi sacri a molti popoli europei. Le città tedesche avevano spesso nel loro centro un piccolo gruppo di tigli come luogo d’incontro. Sotto le loro chiome si facevano danze e si formulavano giudizi.

Nella mitologia greca le origini del tiglio erano legate alla ninfa Filira, figlia di Oceano: amata da Crono, che si presentò a lei sotto forma di cavallo, ebbe per figlio il centauro Chirone e chiese ed ottenne di essere trasformata in tiglio per sfuggire alla vergogna di quel figlio mostruoso (ma rivelatosi poi saggio ed esperto in varie discipline fra cui la medicina, dote quest’ultima ereditata dalla madre: e infatti il tiglio era noto per le sue proprietà medicamentose).

Il tiglio è alla base di molte ispirazioni letterarie e musicali del mondo tedesco.

Si pensi, per esempio, ai Lieder eines fahrenden Gesellen (Canti di un giovane viandante) di  Gustav Mahler, in cui il viaggio conduce ad un antico, solitario tiglio:

Lungo la strada, un tiglio si leva:
là, finalmente, in sonno riposai.
Sotto il tiglio, che fiori come neve
su me versava, io dimenticai
come la vita fa male, e tutto fu di nuovo
bello! tutto! l’amore e la pena
e il mondo e il sogno!

(Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 26 Novembre 2000).

Il Tiglio è simbolo di fedeltà e amore fin dalle Metamorfosi del poeta romano Ovidio, scritte nei primi anni del primo secolo d.C., ove si racconta che Giove e Mercurio, che vagavano attraverso la Frigia sotto sembianze umane, bussarono a mille porte, cercando un luogo per riposare, e mille porte si chiusero: furono accolti soltanto da Filemone e Bauci, due anziani coniugi che vivevano sereni nella loro povertà. Dopo il pranzo gli Dei si rivelarono:  tutto il borgo, che aveva rifiutato loro l’ospitalità, venne sommerso e distrutto, tranne la povera capanna di Filemone e Bauci che venne trasformata in un tempio maestoso. Giove per ricompensarli si offrì di esaudire qualunque loro desiderio. I due vecchi chiesero soltanto di diventare sacerdoti di quel tempio e di poter morire insieme. E fu così che Giove concesse loro di restare uniti anche dopo la morte: quando furono prossimi alla morte, furono trasformati in una quercia e un tiglio , con i tronchi vicini ed i rami intrecciati.

Questa leggenda ha ispirato anche pittori:

La trasformazione di Filemone e Bauci – Janus Genelli (1801)

Infine una curiosità: in legno di tiglio e stucchi policromi sono i due gruppi di statue processionali (l’uno di epoca tardo barocca e l’altro della prima metà dell’Ottocento) noti localmente come “I Giudei”,  appartenenti all’antica Confraternita dei Penitenti Rossi in Cortemilia, recentemente restaurati ed ora conservati nella Chiesa confraternale della Santissima Trinità, sede della sezione cortemiliese del Museo Diocesano di Alba.

Statue processionali “I Giudei”

Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):

Il Tiglio Cordata vegeta in Piemonte fra i 700 e i 1000 (1400) metri di quota: sulle Alpi, nella zona pedemontana all’imboccatura delle valli; raro in pianura.

Popolamenti significativi