Il sambuco nero, detto anche sambuco comune, è una pianta poco longeva (vive circa 50 anni), presente in tutte le regioni italiane, dalla pianura fino a 1400 metri di quota, soprattutto nei boschi umidi e sulle rive dei corsi d’acqua. Ha crescita rapida.
Per le proprietà benefiche dei suoi fiori e delle sue bacche, il sambuco trova largo impiego nella fitoterapia. Ma il resto della pianta (foglie e semi compresi) è velenoso.
Famiglia: Caprifoliaceae / Adoxaceae
Origine: Caucaso, Europa.
Caratteristiche: Il sambuco è un arbusto legnoso e perenne, alto fino a 6 metri, a foglia caduca. La chioma si sviluppa disordinata e tende ad allargarsi a ombrello. Fiorisce in aprile-maggio e fruttifica in luglio-agosto. Pianta rustica e resistente, si adatta a vivere nella maggior parte dei climi temperati.
Foglie: le foglie sono imparipennate (cioè formate da un asse principale che porta sui due lati varie foglioline, opposte, con una fogliolina in punta), composte da cinque foglioline ovali con margini seghettati e apice acuminato.
Fiori: I fiori sono ermafroditi, molto piccoli, color bianco panna, portati in ampie infiorescenze ad ombrello (corimbi) larghe 10–20 cm., di profumo intenso.
Frutti: I frutti sono delle bacche sferiche nero violacee, lucide, riunite in infruttescenze.
Corteccia: Di color bruno chiaro, spessa, sugherosa e fessurata longitudinalmente, con midollo centrale bianco, leggerissimo e spugnoso. I rami giovani sono di colore verde.
Utilizzi
La pianta è adatta a costituire siepi campestri e per mascheramenti a rapido sviluppo.
È utilizzata anche come pianta ornamentale, sottoponendola a tagli periodici per limitarne il carattere invadente.
Dal legno del sambuco venivano ricavati piccoli giocattoli, cerbottane, fischietti, semplici flauti.
La pianta è molto utilizzata in erboristeria e nella medicina popolare: estratti da corteccia, fiori, frutti erano usati nel trattamento di bronchiti, tosse, infezioni del sistema respiratorio superiore e febbre.
Le sue proprietà tintorie sono conosciute dall’antichità.
Con i fiori è possibile fare uno sciroppo che, dopo diluizione in acqua, produce una bevanda dissetante, molto usata in Tirolo e nei paesi nordici. I fiori vengono anche fritti, in pastella.
I frutti sono impiegati nella fabbricazione di sciroppi, marmellate, succhi e liquori.
Storia – Leggende – Letteratura
Scavi archeologici hanno dimostrato che questa pianta era utilizzata già nella Preistoria dagli esseri umani, come alimento o per le sue proprietà curative.
Nel I secolo d.C. Plinio il Vecchio (Gaio Plinio Secondo) nella sua opera Storia Naturale ne elenca le virtù officinali (proprietà antiinfiammatorie, emollienti e purificanti) .
Nelle tradizioni del Nord Europa si attribuivano al sambuco proprietà protettive, onde era abitudine piantarlo in prossimità delle abitazioni: si credeva anche che l’albero fosse di buon augurio per la fertilità. Di converso, si credeva che abbattere un sambuco portasse sfortuna.
Di sambuco è pure il flauto magico e incantatore delle storie popolari, lo stesso dell’omonima opera di Mozart.
I Druidi, maghi erboristi celti, ricavavano dal sambuco le proprie bacchette magiche.
Di legno di sambuco è anche la bacchetta del mago Albus Silente, nella saga di Harry Potter di J. K. Rowling.
Il Sambuco ricorre nelle poesie di Eugenio Montale:
Alte, tremano guglie di sambuchi
e sovrastano al poggio (…)
(da “Flussi”, in Ossi di seppia)
e
Già profuma il sambuco fitto su
lo sterrato; il piovasco si dilegua.
(da Mottetto VII, in “Le Occasioni”)
Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):