12/6/2018 – “La tomba del garibaldino”

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Quando la prof.ssa Rava ha proposto di occuparci del recupero della lapide funeraria di un capitano Garibaldino, dimenticata e in stato di semiabbandono, abbiamo accettato con entusiasmo e spirito rotariano e, infine, siamo riusciti, con la collaborazione di tutti, a recuperare un angolo dell’ottocentesco cimitero monumentale di Alba – un angolo invero un po’ dimenticato, ma che ospita, ad un esame più attento, una delle prime lapidi del nucleo originale della struttura, non a caso contrassegnata dal numero ‘1a’
La sepoltura del garibaldino è infatti collocata in posizione semi nascosta, ed era in condizioni di evidente abbandono, praticamente invisibile a causa dello strato di rovi e sporcizia che la ricopriva.
La lapide stessa, che ricorda l’impresa di Francesco Carlutti, “….che milite volontario nel 1948 fu nel 60 con G.Garibaldi un de Mille…“ era in pratica ormai scolorita ed illeggibile.
Il nostro intervento è consistito fondamentalmente nel recupero della lapide e nel ripristino della sua originale bellezza.
Esistono nel cimitero altri esempi di questo tipo di lapidi accomunate da una grafica ed una simbologia comune, ove ritroviamo una serie di elementi quali, per esempio, la clessidra alata, simbolo del trascorrere del tempo, la lettera Alfa ‘Α’ e la lettera Omega ‘Ω’ prima e ultima lettera dell’alfabeto greco a simboleggiare il principio e la fine, nonchè la tecnologia stessa con cui queste lapidi venivano prodotte, cioè prima incise e successivamente dipinte con catrame, per ottenere un maggior risalto delle scritte.
Nel corso del recupero è emersa anche tutta una serie di elementi grafici aggiuntivi – inizialmente non riconoscibili – riconducibile all’impresa militare del Carlutti, quali fusti di cannoni, tamburi, fucili, fiaccole rivolte verso il basso a simboleggiare la vita che si spegne.
Il nostro impegno da Rotariani è iniziato affrontando la parte piú burocratica dell’impresa: dopo aver eseguito un attento rilievo del sito abbiamo predisposto un piccolo progetto, poi inviato al Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte, la cui approvazione era necessaria, essendo il cimitero monumentale un’opera vincolata.
Ottenuto il parere favorevole, è stata richiesta – e concessa – l’autorizzazione da parte del Comune ad operare nel cimitero; a questo punto abbiamo potuto iniziare ad occuparci della realizzazione vera e propria.
La lapide era appoggiata su una porzione di muratura intonacata che versava in condizioni abbastanza disastrose e che è stata maestralmente ripristinata grazie all’aiuto e alla sponsorizzazione dell’impresa ‘CRUSCO’, artigiano di origine Bosniaca, che si è lasciato coinvolgere con inaspettata passione in questo nostro progetto di recupero.
E’ poi intervenuto l’architetto Mastrangelo – nostro ospite questa sera – che ha messo il suo talento a disposizione per disegnare e recuperare gli elementi presenti nella lapide per riportarli al loro originale splendore con l’aiuto di maestranze specializzate anch’esse intervenute con perizia e passione.

Nell’ultima immagine potete vedere il confronto tra il prima e il dopo a restauro avvenuto.

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