Il carpino bianco è pianta robusta e dotata di grande adattabilità: non teme il freddo né i venti né le giornate calde e afose delle estati italiane e sopporta bene anche l’inquinamento delle città.

Essenza forestale autoctona, ampiamente diffusa nell’Europa centrale, è presente in tutte le regioni d’Italia, con esclusione delle isole. E’ molto frequente al nord ed è un tipico abitatore delle zone di media montagna.

Difficilmente forma boschi puri e spesso si associa ad altre piante. La si trova quindi come costituente dei boschi in zone montane fino a 900–1000 m. (insieme alle querce caducifoglie e al faggio), ma anche in pianura (insieme alla farnia).

carpino bianco

Famiglia: Betulaceae.

Origine: Europa, Asia Occidentale

Caratteristiche: È un albero di media altezza (15–20 m) con portamento dritto e folta chioma arrotondata. È una pianta non particolarmente longeva (circa 150 anni al massimo), a crescita lenta.

carpino bianco

Foglie: alterne, ovato-oblunghe, con picciolo corto, apice acuminato e margine dentato, presentano nervature in rilievo e ben visibili sulla pagina inferiore. Ingialliscono in autunno ma permangono secche sulla pianta nella stagione invernale.

Fiori: unisessuali, riuniti in infiorescenze (amenti); i fiori femminili e quelli maschili crescono separati, ma sulla stessa pianta: quelli maschili sono tozzi e penduli, quelli femminili sono più corti, con evidenti stimmi rossi che spuntano dalle brattee verdi; si trovano poco sotto l’apice dei rami. La fioritura avviene in aprile.

Frutti: sono acheni in grappoli penduli; l’achenio contiene un seme ed è racchiuso alla base di brattee fogliacee che ne favoriscono la propagazione attraverso il vento (anemocora).

Corteccia: sottile, liscia al tatto, di colore grigio, irregolare per il fusto scanalato e costolato.

Utilizzi

Il carpino bianco è utilizzato per formare siepi e alberature cittadine e come albero ornamentale in parchi e giardini. La caratteristica del carpino bianco di trattenere le foglie secche durante il periodo invernale la rende utilizzabile nella creazione di siepi e barriere in alternativa alle essenze sempreverdi ma con una simile funzionalità. 

Il carpino viene anche utilizzato a formare boschi cedui per produrre legna da ardere, in quanto il suo legno ha un elevato potere calorifico.

Il legno di carpino si tornisce bene; con esso si producono piccoli oggetti, come birilli, scacchi, componenti di strumenti musicali: viene impiegato nella meccanica dei pianoforti e per bacchette da percussione.

Letteratura – poesia

L’utilizzo del carpino in parchi e giardini a scopo ornamentale trova conferma in questo brano di G. D’Annunzio:

“I bussi e i carpini erano commisti, le foglie sempreverdi si confondevano con le morienti, quelle più fosche con quelle più pallide, in un contrasto di vigore e di languore, in un’ambiguità che aumentava lo smarrimento…”  

(da Il fuoco, in Prose di romanzi, II: descrizione del labirinto di Villa Pisani).

E la diffusione anemocora dei frutti del carpino che dondolano dai rami fino all’autunno è magistralmente evocata da Eugenio Montale nella poesia L’orto: 

“… nell’orto

dove le ghiande piovono e oltre il muro

si sfioccano, aerine, le ghirlande

dei carpini che accennano

lo spumoso confine dei marosi…” (in Bufera)

Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):