Il ciliegio selvatico è presente in natura da millenni e per millenni ha costituito fonte di nutrimento per gli umani: noccioli di ciliegia sono stati rinvenuti in insediamenti dell’età del bronzo in varie zone europee.

ciliegio selvatico

Famiglia: Rosaceae.

Origine: Europa del Nord e Asia Minore.

Caratteristiche: È un albero alto fino a 20-25 metri, con tronco eretto e rami rivolti verso l’alto. Amante della luce, cresce rapidamente ma è di modesta longevità (inferiore al secolo).

ciliegio selvatico in autunno

Foglie: di un bel verde intenso, in autunno diventano di color rosso-arancio. Sono ovali, appuntite, doppiamente dentate ai margini, con picciolo sviluppato fornito di due piccole ghiandole rossastre in prossimità della lamina.

le foglie

Fiori: vistosi, a 5 petali bianchi, talora un po’ rosati, emessi prima delle foglie.

i fiori

Frutti: piccole drupe (ciliegie) di color rosso vivo, spesso a gruppi, con grosso nocciolo e lungo peduncolo.

i frutti

Corteccia: da grigio cinereo a rosso brunastro, sottile, lucida nelle piante giovani, negli esemplari adulti si sfalda in strisce orizzontali.

Utilizzi

Apprezzato come pianta ornamentale per la ricca fioritura.

Dal ciliegio selvatico è stato selezionato il ciliegio dolce, coltivato per il frutto (ciliegia)  che nei secoli è stato differenziato in moltissime varietà (fra le quali, per esempio, il Graffione bianco piemontese).

In fitoterapia si utilizzano soprattutto i piccioli dei frutti per le proprietà diuretiche e depurative. Foglie, fiori e frutti sono usati in preparati e tisane per regolare l’attività intestinale.

Il ciliegio selvatico è largamente impiegato anche esternamente, per uso cosmetico, contro la cellulite.

 Il fusto produce una resina impiegata dall’industria dolciaria nella fabbricazione di chewing- gum.

Il legno di ciliegio è pregiato e resistente. Molto apprezzato dagli ebanisti, viene usato da secoli per realizzare mobili, strumenti musicali (quali flauti, clarinetti, oboi, casse di risonanza per chitarre e violini) e pavimenti.

Simbologia – arte – letteratura

Il ciliegio sia per i fiori delicati e di breve durata sia per i frutti che deperiscono rapidamente è spesso associato al carattere fragile ed effimero della vita terrena.

Nell’arte religiosa le ciliegie erano considerate come simbolo della passione e morte di Cristo: basti pensare alla bellissima Madonna con ciliegie di Tiziano.

Madonna con ciliegie di Tiziano

Il ciliegio compare in molte pagine della letteratura, ora come protagonista simbolico (Anton Čechov,  Il giardino dei ciliegi: “Perché io sono nata qui, qui sono vissuti mio padre e mia madre, mio nonno, io amo questa casa, senza il giardino dei ciliegi io non capisco più niente della mia vita, e se è proprio necessario venderlo, allora vendete anche me insieme al giardino.”) ora come complice e testimone di ricordi struggenti (Beppe Fenoglio, Una questione privata: “Ecco i quattro ciliegi che fiancheggiavano il vialetto oltre il cancello appena accostato (…).  Passò il cancello che non cigolò e percorse il vialetto fino all’altezza del terzo ciliegio. Com’erano venute belle le ciliege nella primavera del quarantadue. Fulvia ci si era arrampicata per coglierne per loro due.”).

il ciliegio

E anche in poesia:

“In marzo

ti incammini verso la luna.

Lascia qui la tua ombra.

Le praterie diventano

irreali. Piovono

uccelli bianchi.

Io mi perdo nel tuo bosco

gridando: Apriti, sesamo!

Sarò bambino! Gridando:

Apriti, Sesamo!”

(Federico García Lorca, Ciliegio in fiore)

Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):

Pianta diffusa dalla pianura a 1200 (1400) m.

popolamenti significativi