Il faggio, detto anche faggio comune, faggio europeo o faggio occidentale, è un albero abbastanza longevo e a crescita lenta.  Si adatta a qualsiasi terreno.

L’etimologia della parola “faggio” (dal verbo greco “phagêin” ovvero ‘mangiare’)  testimonia il carattere commestibile dei suoi frutti.

Come suggerisce invece l’aggettivo “europeo”, l’albero è naturalmente diffuso in Europa: dalla Svezia meridionale a nord fino alla Sicilia ed alla Penisola Iberica a sud, mentre a est si estende fino alla Grecia ed alla Turchia nord-occidentale.

In Italia il faggio è presente in tutte le regioni, ad esclusione della Sardegna.

Le regioni Italiane con maggiore presenza di faggete sono: l’Abruzzo, il Piemonte, l’Emilia-Romagna.

il faggio

Famiglia: Fagaceae.

Origine: Europa, Asia occidentale

Caratteristiche: Pianta a foglia caduca, raggiunge i 30–40 metri di altezza, con fusto diritto e chioma massiccia, molto ramificata e con fitto fogliame.

Esiste anche la varietà “Pendula”, con rami penduli che possono raggiungere terra.

il faggio pendulo

Foglie:  Le foglie sono ovali, con margine ondulato, più chiare nella pagina inferiore, con picciolo corto (1–2 cm) e sono disposte sul ramo in modo alterno. In autunno assumono una caratteristica colorazione arancio o rosso-bruna.

Fiori:  È una pianta monoica che produce fiori maschili e femminili sulla stessa pianta. I fiori maschili, più evidenti dei femminili, sono riuniti in amenti tondi e penduli, all’estremità di un peduncolo lungo 5-6 cm.; quelli femminili sono accoppiati in un involucro detto cupola. La fioritura avviene in aprile-maggio.

fiore maschile e fiore femminile
fiore maschili e fiori femminili

Frutti:   I frutti, chiamati faggiole, sono grossi acheni a sezione triangolare di colore rossiccio, contenuti in ricci deiscenti (cioè che giunti a maturità si aprono spontaneamente per lasciare uscire il proprio contenuto) per 4 valve i quali, dopo la fuoriuscita dei frutti, rimangono sulla pianta per buona parte dell’anno.

I frutti sono commestibili: se ne ricavava un olio che è un surrogato di quello d’oliva. Inoltre, le faggiole tostate e macinate sono un surrogato del caffè.

Il frutto del faggio è molto ricco di grassi e sostanze nutritive, per cui rappresenta una grande fonte di alimentazione per molti animali selvatici quali orso bruno marsicano, cinghiale, capriolo, uccelli e diverse specie di roditori.

Corteccia:   È liscia e sottile, di color grigio cenere, con striature orizzontali e spesso con macchie biancastre per presenza di licheni. Ha un legno duro e compatto.

la corteccia

Utilizzi

Il faggio viene utilizzato per la produzione di legna da ardere. A tale scopo viene coltivato in boschi cedui.

Il legno del faggio è duro e resistente, privo di elasticità, per cui viene impiegato nella costruzione di parquet, mobili (in particolare, sedie), giocattoli, casse per le chitarre, piccoli utensili come bastoni, bacchette per le batterie musicali.

Con la corteccia anticamente venivano fatti decotti che fungevano da antipiretico ed antinfiammatorio contro asma e bronchite.

Le faggiole sono commestibili per l’uomo (previa rimozione della parte esterna del frutto, che è velenosa, e tostatura): in passato hanno costituito – insieme alle castagne – elemento dell’alimentazione  per la gente di montagna. Oggi sono ancora usate in alcune ricette tradizionali.

Letteratura

Il faggio ricorre frequentemente nelle immagini dei poeti, dalle Bucoliche di Publio Virgilio Marone (Egloga I: «Titiro, tu che riposi all’ombra di un ampio faggio…»:) alla lirica Imitazione di Giacomo Leopardi (in Canti, XXXV: «Lungi dal proprio ramo, Povera foglia frale, Dove vai tu? – Dal faggio Là dov’io nacqui, mi divise il vento.»), alla poesia Nella Nebbia di Giovanni Pascoli  («E alto, in cielo, scheletri di faggi, come sospesi, e sogni di rovine e di silenziosi eremitaggi.»).

Areale di distribuzione in Piemonte (tratto da TERZUOLO P.G., SPAZIANI F., MONDINO G.P., Alberi e Arbusti – Guida alle specie spontanee del Piemonte, Regione Piemonte, Blu Edizioni, 2002, pp. 223, consultabile su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/alberi-arboricoltura/alberi-arbusti-piemonte-manuale-schede):

popolamenti significativi